È uno dei grattacieli più famosi al mondo e ha ottenuto premi prestigiosi. Dalla squadra di giardinieri volanti alla carta del gioco Taboo, ecco le storie meno note sulle torri di Stefano Boeri.
Era esattamente il 10 ottobre del 2014 quando il Bosco Verticale venne inaugurato e presentato ai cittadini milanesi. Le due torri “rivestite non di vetro, ma di foglie, di piante, di arbusti, di alberi, di vita”, progettate dallo studio dell’archistar Stefano Boeri, sono oggi uno degli esempi di architettura più visionari del nostro tempo.
Non è un caso che il complesso residenziale che sorge ai margini del quartiere Isola di Milano, oltre a essere replicato in progress in diverse città, da Losanna a Chicago, da Utrech a Nanchino, proprio per il suo mix di sostenibilità e design, sia anche stato oggetto di numerosi riconoscimenti.
Nel 2014 è stato scelto tra 800 grattacieli di tutti i continenti, aggiudicandosi l’International Highrise Award, competizione internazionale che si tiene ogni due anni per l’assegnazione del premio di grattacielo più bello del mondo, per essere “esempio eccellente di rivitalizzazione di un centro urbano”.
Del 2015 è il riconoscimento come “grattacielo più bello e innovativo del mondo”, quando il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, promosso dall’Illinois Institute of Technology di Chicago, ha eletto la struttura “Migliore Architettura del Mondo 2015”, in virtù della sua unicità sperimentale. Lo stesso ente nel 2019 l’ha incluso tra i cinquanta grattacieli più iconici del mondo costruiti negli ultimi cinquant’anni.
Fonte:
https://living.corriere.it/architettura/bosco-verticale-milano-10-cose-che-non-sapete/